martedì 24 aprile 2007

LATTE. Cibo “non adatto” all’uomo? Ma gli Antichi lo bevevano, eccome

Sul latte cibo dell'Uomo, la realtà antropologica e storica è chiara e indiscutibile: in tutto il Mondo la Civiltà è iniziata proprio da comunità pastorali. Il latte è stato uno dei primi cibi offerto agli Dei, e gli Antichi lo bevevano ovunque e in ogni occasione. Gli Etrusco-Romani, p.es., anche aromatizzato con erbe aromatiche (Lepidium sativum o crescione dei ruscelli, menta ecc., cfr il mio volume La Tavola degli Antichi, ed. Mondadori). E a Roma si allevavano addirittura cagne da latte, ed era venduto perfino il colostro, a cui si attribuivano speciali proprietà protettive. Senza contare il grande uso di latticini, come provano la puls fitilla, pietanza nazionale della Roma dei Re, polenta rappresa di miglio cotta nel latte, la placenta (timballo di lasagne e ricotta, descritto da Catone) e il rituale libum (dolce di farina, ricotta e miele) offerto agli Dei o scambiato tra gli sposi.
Insomma, la nostra società, nata dalla pastorizia, nasce dal latte, che è uno dei primissimi alimenti dell'Uomo (adulto), addirittura prima che si diffondessero i principali cereali, le varie specie di legumi, le coltivazioni di verdure e frutta. Perché i vegetali abbisognano di invenzioni, pazienti miglioramenti genetici e tecnologie adeguate, impensabili all'alba della civiltà, mentre il latte è un cibo già pronto, perfetto, offerto gratis dai mammiferi, non bisognoso di trattamenti, immediatamente consumabile.
Il latte è quindi nel nostro Dna culturale, come conferma anche una ricerca scientifica sull'enzima lattasi, che sposta molto indietro la trasmissione genetica tra uomini dell'enzima capace di digerire il lattosio. Tuttavia la forza dei pregiudizi ideologici o religiosi (spesso ammantati di finte argomentazioni serie) è tale che il problema viene sempre riproposto. Si sa che i fanatici di una tesi o ideologia leggono solo i testi a loro favorevoli, senza curarsi della loro qualità.
L'articolo precedente non è piaciuto al vecchio amico Marino Mariani*, che lo avrebbe preferito molto più duro e tranchant, come dimostra la sua lettera che pubblico qui di seguito. Essendo io poco diplomatico, sincero e diretto, anzi un polemista, sono sorpreso dall'aggettivo "accomodante" che Marino mi indirizza. E' che il tempo passa, e lui non si ricorda più della mia personalità e del mio carattere. Ma ormai l'alimentazione è collegata alla scienza sperimentale (e all'epidemiologia), e dunque le posizioni preconcette, irrazionali, ideologiche sono superate. Il cibo non deve essere uno sfogo per rigori che andrebbero manifestati in altri campi. E interessa molte scienze, è un tema complesso e delicato, non lo si può semplificare in modo drastico e manicheo. L'alimentazione sana e naturale, con tutti i limiti e il relativismo che dico nella mia risposta, è fatta per prove ed errori dalla Storia dell'uomo e dalla Scienza moderna. Terze posizioni (ideologiche, etiche, filosofiche, religiose, superstiziose ecc.), anche se camuffate da pseudo-scienza, non devono avere spazio, perché hanno sempre fatto più male che bene all'Uomo.
NICO VALERIO
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Ecco la lettera: "Caro Nico, domattina parto per la Svizzera ove rimarrò una decina di giorni, tanto per festeggiare in famiglia il mio compleanno, pertanto adesso mi tratterrò solo per un brevissimo accenno. Innanzitutto complimenti per la tua rubrica salutistica, ma temo che tu sia troppo gentile, troppo accomodante , troppo garbato e permissivo. Il latte è un alimento riservato all'intimo rapporto tra madre e figlio, e non mi limito alla razza umana, ma alla totalità universale degli esseri viventi. È come la piccola riserva di alimento che si trova nei semi delle piante per assistere la nascita e la crescita nella fase iniziale dello sviluppo del germoglio. Il suo uso come alimento è contro natura. Inoltre, dal punto di vista chimico, esso è acidificante, quindi predatore di calcio dalle ossa e dai denti, causa quindi di osteoporosi.
Anche lo zucchero ed i suoi equivalenti sono alimenti contro natura, dato che l'alimento delle cellule è l'ATP (trifosfato di adenossina), cioè lo zucchero prodotto dal nostra organismo come risultato finale della metabolizzazione dei carboidrati. Somministrare zucchero dall'esterno significa vanificare le funzioni dell'organismo.
Il compleanno che vado a festeggiare è il numero 78. Di questi 78 anni, gli ultimi 53 li ho passati nello stato di completa ed assoluta immunità nei confronti di ogni malattia, malanno, disturbo, malessere e nausea, e da tale data non ho preso più nessunissimo medicinale, nè tantomeno cibi contenenti prodotti chimici estranei all'atto costitutivo dell'essere umano.
Quando eravamo bambini, le mie sorelle ed io, per noi la carne era un incubo: dura e sfilacciosa. Ecco una battuta pubblicata su un numero della Domenica del Corriere degli anni Trenta. Un signore al ristorante studia la lista delle vivande, e domanda al cameriere: "Che differenza c'è tra le vostre bistecche da una lira, e quelle speciali da uno e settantacinque". Risposta: "Con quelle diamo coltelli specialmente affilati".
E perché la carne di adesso si scioglie in bocca e va giù senza masticarla? I Cimbri e i Teutoni erano popoli dediti alla pastorizia e mangiavano esclusivamente carne, latte e formaggi. La loro costituzione fisica era imponente, al punto che le loro fanciulle erano tanto grandi e grosse da sovrastare i legionari di Mario che si nutrivano di pappine di grano macinato. Questi legionari macellarono i loro avversari, come la storia riporta. Ciò per rispondere a chi afferma che l'alimentazione vegetale è incompleta. Non voglio farla lunga e mi fermo qui. Ciaociao,
MARINO MARIANI
PS: se vuoi, questa lettera puoi anche pubblicarla. A tuo rischio, beninteso"..

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LA MIA RISPOSTA. Caro Marino, che piacere ritrovarti. Sono d'accordo con la tua critica alla carne, tanto più che cotta è facilmente cancerogena (amine eterocicliche ecc). Forse non sai che non la mangio da tanti anni: dovrei essere il primo vegetariano a Roma.
Non ti è andato giù che nell'articolo precedente abbia consigliato il signore con ipertrofia prostatica di ridurre un po' il latte. Avrei dovuto vietargli del tutto i latticini, pur avendo visto che sta sotto 1g di calcio al giorno (il Ca è anche un indicatore dei latticini, dispensatori di calcio disponibile), limite emerso dallo studio statistico finlandese?
Ma ammetto pure che si possa proibire in una maniacale "dieta preventiva" per la prostata o per il seno ogni derivato del latte e ogni eccesso di grassi saturi. Ma perché essere "più severi" e vietare assolutamente i latticini a tutti, come sembri suggerire, quando la loro responsabilità è così incerta ed inferiore ad altri cibi? Conosco bene quella leggenda pseudo-scientifica che circola contro il latte. Ma il latte è quasi solo acqua (l'87%). Per il resto, non contiene sostanze misteriose, ma aminoacidi (proteine appena 3,3g), acidi grassi (lipidi appena 3,6g) e minerali uguali a quelli contenuti da altri alimenti. Un bicchiere scarso di latte, 100ml, che gli ho suggerito invece dei 200ml che prendeva, che veleno mai dovrebbe nascondere per provocare tutte quelle cose negative e paradossali che dici tu? Solo le intolleranze al lattosio o alla caseina, che toccano una minoranza estrema, sono accertate.
Ma vietare il latte a intere popolazioni, anzi al genere umano, mi sembra una cosa - questa sì - innaturale, sia per la biologia sia per la Storia. Per la Storia e l'Antropologia, intanto, vedi in alto all'inizio dell'articolo. Per il resto io seguo la scienza sperimentale e la prevenzione, che oltretutto oggi convalidano la dieta naturale che - primo in Italia - ho sempre propugnato in libri e articoli. Ma senza divieti draconiani ed inutili estremismi. La biologia e la Storia non sono così drastiche come la fisica e la matematica. Anche perché ogni alimento è composto di centinaia, migliaia di sostanze.
Ma, credimi, la motivazione che il latte non è nostro ma riservato ad altri esseri viventi, è così grave, porta così lontano, che quelli che la fanno propria sono come minimo avventati. Secondo il tuo esempio, se il latte è una riserva per la crescita del piccolo mammifero, anche i chicchi di cereali, i legumi e i semi oleosi sono riserve per le giovani piante. Vogliamo fare del razzismo tra esseri viventi e privilegiare gli animali sulle piante? O non dobbiamo mangiare assolutamente nulla, visto che ogni nostro "alimento" (notate le virgolette?) serve in realtà a qualcun altro, e non è stato pensato dalla Natura per l'Uomo, come infatti io credo?
Nel mio manuale Il Piatto Verde, un Oscar Mondadori sul vegetarismo (oggi esaurito) affronto il problema, mettendo in guardia dall'estremismo della "non violenza assoluta", dal giainismo caricaturale, incompatibile con la vita umana, e suggerendo il minimo di violenza possibile (p.es., con un'alimentazione vegetariana e una coscienza naturista).
Anche lo zucchero tu vieteresti. Lo sconsiglio anch'io vivamente, specie quello raffinato, ma non vieto quello naturale, purché in piccole quantità: miele, melassa, fichi secchi e altri alimenti naturali dolci. Perché è contenuto come saccarosio nel miele e nei frutti: un segno della Natura. E' tanto "naturale" che il nostro sistema digestivo e metabolico-energetico, come tu stesso ricordi, trasforma tutti i carboidrati in glucosio. E non c'è differenza tra il glucosio esterno e quello interno. Certo, deve essere poco, ma per motivi dietetici: se no, non si ha fame per consumare gli altri cibi più importanti.
Ma torniamo al latte. Da tipico alimento del primo accrescimento dei mammiferi, con un'operazione "culturale", cioè antropologica, che nascondeva in realtà l'istinto di sopravvivenza, è diventato ad opera dell'uomo, un alimento come tutti gli altri. Perché l'Uomo deve pur vivere, e se è vero che nessun cibo è stato predisposto per lui, deve pur arrangiarsi, e prova a mangiare qualunque cosa.
Anzi, in certi casi, si è visto che il latte è un cibo protettivo. Sarebbe utile a Indiani e Orientali per proteggerli dai tanti tumori a esofago e stomaco causati dal loro cibo piccante o conservato sotto sale.
L'alimentazione "naturale", dunque, non è predisposta dalla Natura. Lo aveva capito perfino il poeta Lucrezio, nel De Rerum Natura: la Terra (cfr. Gaia di Lovelock) non pensa affatto all'Uomo, ma solo alle piante, che difende con migliaia di veleni e sostante anti-nutritive, che poi noi ritroviamo nei cibi vegetali. Ma è l'Uomo che crea la sua "alimentazione naturale", cioè elettiva, ovvero scelta come la più adatta per prove ed errori lungo milioni di anni. In questa prospettiva, l'alimentazione è la prova della nostra civiltà e intelligenza. E così, tutti i popoli che hanno scelto male il loro cibo, o sono stati così pigri da non spostarsi alla ricerca di cibi migliori, si sono estinti o sono arrivati fino a noi deboli e incapaci di tutto. Il darwinismo passa necessariamente attraverso la scelta corretta del cibo e del territorio più adatto a produrlo.
Ma c'è un'ulteriore prova schiacciante: la Storia. Come sai, ho anche studiato e scritto di alimentazione antica (La Tavola degli Antichi, Mondadori 1988), e quindi so bene che i Romani, tipico popolo di pastori, si nutrirono agli inizi in abbondanza di latte e latticini, anche se poi, nell'età dell'Impero, dimenticando le proprie origini considerarono nomadi e barbari i popoli "bevitori di latte e mangiatori di carne". Ma il latte in commercio era per lo più di pecora, considerato il più nutriente. Le vacche erano da lavoro, non "da latte", e quel po' che avevano bastava quasi solo per i vitelli, che allattavano per un anno (Columella).
Eccoti prove inconfutabili, riportate dagli antichi storici: 1. Nel primo periodo, quando ancora il vino non era diffuso a Roma, le offerte agli dei erano a base di latte. Plinio dice che Romolo faceva libagioni di latte. Tanto che nella festa della Bona Dea, protettrice delle donne, il vino continuò sempre a chiamarsi "latte" nelle etichette: anche per questo quel giorno le donne potevano berlo bascostamente nel tempio della dea; 2. I Romani erano grandi "consumatori di latte" (Cicerone, Ovidio, Plinio, Columella), come prova citando numerose fonti il docente universitario francese J. André. E Virgilio riferisce che ogni mattina all'alba arrivavano nelle città i contadini con i bidoni di latte, proprio come si è fatto fino a ieri; 3. Il piatto nazionale della Roma antica prima della puls di farro, cereale ricco e costoso perché soggetto a carestie, era la puls fitilla, una squisita farinata di miglio o panico. Ebbene, tutte le polente erano cotte nel latte o nell'acqua; 4. Una celebre bevanda atavica - riporta Plinio - era di latte insaporito e aromatizzato col sedano (ligusticum) o crescione (lepidium), come un frullato salutistico di oggi; 5. A malati, convalescenti e donne incinte delicate si ordinava il latte di cagna, giumenta o asina, o il colostro di pecora, considerato prelibato; 6. Nel poemetto latino Moretum, attribuito falsamente a Virgilio, è descritta la colazione tipica del contadino Symilo, a base di formaggio fresco pestato nel mortaio e aromatizzato di erbe e olio, da spalmare su una sorta di pane azzimo cotto sulla pietra arroventata come una piadina. Non bastano come prove della popolarità dei latticini nella nostra cultura?
Accennerò ancora alla melca o oxygala (cagliata o yogurt), alle ricotte, ai tanti formaggi antenati dei nostri attuali, e alla costante presenza di latticini nella gastronomia romana antica, come la ricotta o i formaggi (anche in funzione di lievito) in quasi tutti i dolci di farina, come il pan-dolce rituale libum, ma anche il timballo di lasagne e ricotta, la famosa placenta quadrata di Catone, le frittatine o sformati al latte dei cuochi dell'Impero.
Come vedi, gli Etrusco-Romani nostri progenitori erano a loro agio tra i latticini, ci sguazzavano benissimo. Diciamo che, pur essendo baldi guerrieri, erano nati nel latte.
Perciò, magari in piccole quantità, specialmente nella nostra cultura antropologica, latte e formaggi sono sempre stati consumati dall'uomo. E vanno consumati ancor oggi, specialmente da giovani, donne e anziani, sia pure con i limiti della Scienza (2-3 porzioni al giorno secondo la Piramide alimentare italiana). Salvo diete restrittive particolari prescritte dagli specialisti clinici.
E auguri di buon compleanno!
NICO VALERIO
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* Il prof. Mariani, fisico di origine, super-esperto di riproduzione del suono, e grande cultore di musica classica, è stato il fondatore e il direttore di "Audiovisione", elegante rivista di musica e alta fedeltà, della quale Nico Valerio è stato per alcuni anni critico jazz.

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16 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Caro Nico, hai fatto bene a mandarmi il tuo blog, lo terrò...
a portata di dito. ..e a proposito di latte è davvero un'antica storia da sempre controversa, basta pensare a Rudi Steiner.Io faccio uso da qualche tempo di un certo "colostro di capra" denominato OTICOL che sembra essermi utile.
Un argomento platealmente interessante sarebbe, a parer mio, quello delle golosità spesso nutrite dall'umano verso generi che fanno male. Uno dei miei ricordi più "golosi" è la tazza di latte mattutina con tanto zucchero e con il pane che vedevo diminuire vertiginosamente con angoscia...anche se non avrei avuto difficoltà ad averne ancora...insomma un tormento...erotico? Senza senso e senza scampo come tutti sommi piaceri? Ciao. Sarina

26 aprile 2007 alle ore 22:10  
Blogger Unknown said...

JALEBI Music Flash Comment:

Namaste! Hare Krsna, Nico!
I love milk! In fact I can not imagine my life and vegetarian diet without it! :)

Mother’s milk, cow’s milk….the “land of milk and honey”! Where would the world be without milk and its derivatives?

Milk, cream, buttermilk, cheese, yogurt, butter, and all the wonderful Indian sweets made from milk like sandesh, burfy, rasagullas….and of course….the world famous..... ice cream! Yes! I am definitely a milk fan!

Hey...Nico! Keep on milking...from happy cows....of course! :)

Namaste! Hare Krsna!
Shirley Marie Bradby(MiraBai Devi Dasi)
JALEBI
www.betarecords.com/jalebi
www.jalebimusic.com

27 aprile 2007 alle ore 07:35  
Blogger Nico Valerio said...

Thank you, Mirabai, cara amica.
"Mi piace il latte, e non posso immaginare la mia vita e la dieta vegetariana senza latte e latticini", scrive nel commento
Mirabai, musicista devota di Hare Krsna, americana vicina per scelta e sensibilità alla cultura indiana. Così, lei rappresenta un po' la "sintesi di due culture", e perciò il suo commento... vale doppio. E d'altra parte come potrebbe fare a meno dei buonissimi dolci indiani a base di latte?
"Nico, continua a bere latte", conclude.
Grazie della testimonianza, molto bella.

27 aprile 2007 alle ore 10:45  
Anonymous Anonimo said...

Secondo te come mai circolano tanti opuscoli contro il latte? Che cosa c'è dietro? Scandalismo alla Grillo, leggende metropolitane alimentate da impiegati nullafacenti che giocano al computer, residui macrobiotici, o altro? Posso capire chi è contro gli allevamenti intensivi (io sono contrario), ma gli altri? Comìè che nessuno parla dello sfruttamento animale, e tutti invece dei danni del latte in sé? Comincio ad insospettirmi. Mi chiedo solo a chi giova una campagna di disinformazione del genere...

28 aprile 2007 alle ore 12:24  
Blogger Nico Valerio said...

All'amico Carlo Consiglio che mi ha scritto in privato ed è sulle stesse posizioni rigide anti-latte dell'amico Marino Mariani.
Mi piacerebbe pubblicare questo tuo interessante commento preliminare.
L'articolo sul latte è lungo, come dici, ma una buona parte è presa dall'amico Mariani che stronca il latte. E poi nel precedente articolo, che è stato la causa della polemica di Mariani, avevo invitato a ridurre il latte un uomo
con problemi di prostata. Io stesso bevo solo mezzo bicchiere al giorno, più che altro per
non perdere la lattasi. I latticini sono a rischio per i grassi e perciò li ho ridotti drasticamente. Però il nucleo
del ragionamento era questo: stiamo alla scienza.
Orbene, il latte in sé non ha niente di strano o misterioso
che lo sconsigli all'uso alimentare per gli adulti.
E' per l'87% acqua e solo per il 3% circa di grassi.
Dov'è il problema? In quale sostanza?
Forse la caseina, che in digestione diventa un calmante (casomorfine), tra l'altro utile, con tutti questi matti
aggressivi che ci sono in giro?
Che male può fare, dunque, il latte, per di più in piccole quantità? Non è il formaggio.
Quindi accomunarlo ai formaggi (una categoria dal punto nutrizionale completamente diversa:
20-40% e oltre di lipidi, molte proteine, molto calcio ecc)
è arbitrario. Appunto, quando si parla genericamente di "latticini" si compie un salto extra-dietetico o extra-nutrizionale.
C'è l'ombra dell'ideologia, della filosofia, della "teologia",
in questo "no" esagerato al latte, ma solo in quanto facente parte della categoria "latticini". Una questione di principio.
Che come tale è poco scientifica,
come tutte le questioni di principio.
Quindi non la Storia, ma neanche la scienza nutrizionale. L'epidemiologia li accomuna per praticità, perché di solito chi usa il latte usa anche i formaggi.
Ma sono due cibi molto distanti.
Questo, e non altro, è il punto scientifico.
Ci accomuna però la critica agli allevamenti intensivi, dal punto di vista ecologico ed etico,
per cui in ogni modo la produzione
di latte andrebbe ridotta.
Ma intuisco che il tuo discorso è anche filosofico, e lì non so seguirti.
ciao
Nico

2 maggio 2007 alle ore 23:57  
Anonymous Anonimo said...

Caro Nico, sono d'accordo con te che non si può condannare una cosa perché è "contro natura". E chi decide che una cosa è contro natura? Sono d'accordo anche che nessun alimento è stato pensato dalla Natura per l'uomo. L'uomo è una specie opportunista, e ha sempre mangiato quegli alimenti che trovava disponibili.
Su molte altre cose non sono d'accordo. Non puoi affermare che le posizioni etiche non devono avere spazio. Altrimenti sei costretto a permettere il cannibalismo. L'etica è stata inventata dall'uomo per regolare i rapporti sociali, e quindi è importantissima. Nessuno pretende di vietare il latte, ma si tratta di fare una libera scelta, ed anche di fare una politica che scoraggi l'uso del latte. Il latte è dannoso perché contiene grassi saturi, è acidificante e causa osteoporosi.
Non si può sostenere che siamo adattati a bere il latte perché lo facevano gli antichi Romani. I Romani sono vissuti 2000 anni fa, che nell'evoluzione non sono niente. Si può pensare che gli umani abbiano iniziato a bere il latte da quando hanno addomesticato gli ungulati, circa 10.000 anni fa. Anche questi non sono niente. Allora siamo più adattati a mangiare la carne, perché lo facciamo da 2 milioni di anni. Anche sullo zucchero (saccarosio) ti trovo troppo indulgente. È vero che esiste in natura, ma è raro. Nella frutta e nel miele ce n'è solo una piccola percentuale. Il saccarosio causa la malattia più diffusa al mondo: la carie dentaria.
Anche io come Marino Mariani ho 78 anni, anche io senza latte e senza saccarosio da molti anni godo ottima salute, non prendo quasi mai medicinali e mai vaccini.
Un abbraccio
Carlo Consiglio

3 maggio 2007 alle ore 00:00  
Blogger Nico Valerio said...

A Carlo Consiglio e Marino Mariani, entrambi di 78 anni (complimenti), entrambi anti-latte e anti-zucchero. E' divertente che entrambi mi accusino di essere "troppo tollerante" (le stesse parole: che annata quel 1929...).
Ma io, cari amici, non consumo né carne, né zucchero raffinato dal lontanissimo 1970. E latte e latticini li ho ridotti al minimo, tanto per conservare l'enzima lattasi.
Io sto alla Storia e alla Scienza. La Storia mi dice che il latte, con una operazione di antropologia culturale è stato eletto cibo dall'uomo. L'uomo storico, è quello che mi interessa. Il primate appena sceso dall'albero, caro Carlo, non era neanche capace di mungere, e comunque non faceva cultura, cioè non era capace di modulare la propria dieta.
Perciò in passato ho consumato e consigliato il latte in buona quantità. Ora però la Scienza epidemiologica (statistica) mi invita a ridurlo di molto, e io questo faccio da anni.
Ma, ecco la differenza tra me e voi del mitico '29: io non lo "vieto" agli altri. Un atto che in mancanza di dati certi di oncologi e cardiologi sarebbe fideistico, missionario, religioso, autoritario. Come liberale sono scientista, e sto ai dati certi, non alle supposizioni o semplificazioni statistiche (il latte col 3% di grassi che cosa ha a che fare col formaggio da 30%?). Come ecologista naturista, certo, sono contrario all'uso intensivo di allevamenti, quindi auspico una drastica diminuzione della presenza nella alimentazione di massa di latticini e carni.

3 maggio 2007 alle ore 00:27  
Anonymous Anonimo said...

People should read this.

10 novembre 2008 alle ore 12:32  
Anonymous Anonimo said...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

15 novembre 2009 alle ore 11:58  
Anonymous Anonimo said...

quello che stavo cercando, grazie

17 novembre 2009 alle ore 10:13  
Anonymous Anonimo said...

quello che stavo cercando, grazie

17 novembre 2009 alle ore 10:18  
Anonymous Anonimo said...

Egr Dott Valerio
vorrei avere un suo commento a proposito di latte. Io ho sempre saputo che che ne osteggia l'uso non lo fa tanto per i suoi costituenti chimici, ma per quelli ormonali. Essendo un alimento destinato a sviluppare la crescita di un organismo contiene infatti molti fattori di ormonali in grado di incentivare la proliferazione cellulare, per così dire. E' ovvio quindi che non sembra proprio l'alimento adatto ad un organismo adulto o anziano e che teme come la peste le proliferazioni di cellule (leggi tumore). Se potesse dare una sua opinione in riguardo..
Alberto Bologna

26 dicembre 2009 alle ore 18:42  
Blogger Nico Valerio said...

Caro Bologna, prima di commentare avrebbe dovuto leggersi quello che è stato già scritto in questo blog:
- 27 aprile 2009
e soprattutto nel blog cugino Lacro-Ovo-Vegetarian:
- 3 settembre 2009
- 31 agosto 2009
- 6 marzo 2009
- 2 novembre 2008

Che quella contro il latte (alimento simbolo, carico di valenze semantiche, reminiscenze religiose e rituali) sia una guerra religiosa-esoterica-ideologica-filosofica è evidente. Infatti l'hanno iniziata i macrobiotici, che non si può dire siano scientisti.
Tutti gli alimenti vegetali, anche e soprattutto bio, contengono ognuno centinaia di sostanze tossiche, cancerogene, antinutrizionali o ormonali (RAL, fitoestrogeni, flavonoidi, lectine ecc ecc).
E allora, che dice lei, dovremmo astenerci dal cibo?
Capisco i formaggi, troppo ricchi di grassi saturi, ma il latte è quasi solo acqua. I nanogrammi (miliardesimi di grammo) di estrogeni e altri ormoni sono migliaia di volte meno di quelli che mangiamo con verdure, cereali e legumi, e di quelli che noi stessi sintetizziamo nel corpo.
Come scrive un saggio che sul tema ormoni e IGF nel latte riporta il pro e il contro:
http://tinyurl.com/y8wxooh
Negli Stati Uniti si consigliano ben 3 bicchieri da 231 ml ognuno al giorno. In Italia solo 1-2 da 125 ml.
Come alimentazione sana e naturale, un bicchiere al giorno, intero, si può bere senza alcuna conseguenza di nessun genere. Qualsiasi sostituto imitativo sarebbe peggio. Qualsiasi vegetale, anche bio, contiene più sostanze critiche.
Diverso per i formaggi: ne consiglio non più di 50g e non necessariamente tutti i giorni. In una dieta pro-prostata si possono eliminare.
Come vede siamo sulla metà circa delle raccomandazioni italiane ufficiali, a loro volta meno della metà di quelle degli Stati Uniti.
E non è un cibo nuovo, inventato oggi: era consumato dai nostri progenitori etrusco-romani. Il loro primo piatto nazionale era il miglio cotto nel latte. L'ho rifatto: lo sa quanto latte assorbe mezzo chilo di miglio? Quasi 2 litri.
Possibile che la Storia, cioè la cultura, per la gente non vuol dir nulla? E' stata una grande sperimentazione di massa durata millenni, o no? Perché siamo ora così ottusi da mettere sullo stesso piano qualsiasi teoria, come se fossimo nati ieri, senza passato?
E' solo una teoria di alcuni. Non provata. Confutata da molti. E dunque non è una verità scientifica. I limiti invece sono di tipo dietologico, non tossicologico.

28 dicembre 2009 alle ore 17:25  
Blogger Brian o'blivion said...

i cimbri e i teutoni prima di essere macellati dai "mangiatori di pappine" inflissero ad arausio una delle sconfitte più pesanti di tutta la storia di roma....

27 gennaio 2011 alle ore 22:06  
Anonymous Anonimo said...

L'articolo omette due aspetti che io reputo rilevanti:
-l'elevata quantintà di IGF-1 nel latte. L'IGF1, ovvero l'ormone della crescita, è responsabile di diverse forme di tumore. In un soggetto adulto elevate quantità di ormone della crescita sono nocive.
-Gli antichi che hanno tratto benefici dal latte non lo bevevano così come facciamo comunemente noi, ma bevevano il latte fermentato (un esempio è il kefir) che abbassa il lattosio e anche l'igf1.

Stefano

15 marzo 2011 alle ore 14:46  
Blogger Nico Valerio said...

Stefano, non è vero, fattene una ragione: gli Antichi bevevano molto latte. Vedo che tu non leggi tutti i miei articoli, compreso quello su
Lacto-Ovo-Vegetarian.
Tanto è vero che è stata la loro prima offerta agli Dei, lo aromatizzavano con crescione e menta ecc. Lascia stare l'ideologia e passa alla Storia. Ho scritto un libro sul tema: "La Tavola degli Antichi" (Mondadori). In quanto ai fattori di crescita, che dire allora dei vegetali, che hanno addirittura sostanze tossiche, antinutrizionali o cancerogene e anche analoghi dei fattori di crescita, le poliammine (proliferative). E allora, non dovremmo mangiare nulla? Mi sembri ridicolo. Tutti i cibi hanno controindicazioni, proprio perché nessuno è biologicamente finalizzato all'Uomo.

15 marzo 2011 alle ore 15:09  

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